Le aziende costruttrici
In questa sezione vogliamo raccontare anche le storie di quelle aziende, oggi non più in vita, che hanno prodotto automezzi, mezzi e materiali pompieristici, che tanto hanno fatto, possiamo dire nei secoli oramai, per la crescita e l'evoluzione del servizio destinato all'estinzione degli incendi e non solo.
Fermo restando che nel passato i primi costruttori di attrezzature sono stati gli stessi pompieri e nelle loro fantastiche Office, fucine di invenzioni e di messa a punto di straordinari approntamenti pompieristici, è innegabile l'importanza del ruolo rivestito, poi, dalle innumerevoli aziende grandi e piccole, italiane ed estere, che hanno dato al servizio pompieristico veri gioielli di tecnologia.
A loro vogliamo dedicare questi meravigliosi racconti di ricordi.
Fermo restando che nel passato i primi costruttori di attrezzature sono stati gli stessi pompieri e nelle loro fantastiche Office, fucine di invenzioni e di messa a punto di straordinari approntamenti pompieristici, è innegabile l'importanza del ruolo rivestito, poi, dalle innumerevoli aziende grandi e piccole, italiane ed estere, che hanno dato al servizio pompieristico veri gioielli di tecnologia.
A loro vogliamo dedicare questi meravigliosi racconti di ricordi.
La Ditta "Pietro Berzia" di Torino
La ditta Berzia fu fondata a Torino nella seconda metà del 1800, specializzata soprattutto nella realizzazione delle attrezzature antincendio, di equipaggiamenti pompieristici e di estintori portatili.
La Berzia, fondata da Pietro, si impose da subito come una delle più importanti e innovatrici aziende del periodo, per la costruzione di materiali pompieristici. Pietro Berzia prima di iniziare la carriera di intraprendente industriale, fu un pompiere a Torino. La sua genialità e la sua voglia di mettersi in gioco per la realizzazione di attrezzature utili al lavoro del pompiere, prevalsero sulla passione di essere lui stesso un pompiere. Apprendiamo dalle pagine di “Coraggio e Previdenza” del 15 ottobre 1898, una descrizione del suo operato: «Tra le mostre più complete ed interessanti nella grande galleria del lavoro dell’Esposizione generale italiana di Torino è senza dubbio alcuno quella del Cav. Pietro Berzia, noto e laborioso industriale torinese, il quale da parecchi anni si è dedicato alla costruzione di macchine ed apparati da pompieri con felice e commendevole risultato. Noi che abbiamo avuto l’agio di visitare nel passato mese di settembre la mostra nell’Esposizione e lo Stabilimento del cav. Berzia in Torino, possiamo affermare senza tema di esagerare che l’una e l’altro fanno molto onore al bravo e tenace industriale, tanto più se si pensi che il cav. Berzia un tempo ha fatto parte come semplice pompiere della compagna di Torino cosi bene organizzata, e che ha reso e rende all’antica capitale subalpina tanti preziosi servigi. La mostra del cav. Berzia occupa nella grande galleria del lavoro uno spazio abbastanza ampio e ricca di molto e bellissimo materiale, ed è disposta con molto gusto artistico. Si ammirano con piacere il progredire delle industrie italiane le pompe di ogni genere, e specialmente quelle da incendio le quali sono eleganti nella forma, leggiere, e costruite con solidità e perfezione fin nei più piccoli dettagli. Le pompe da incendio a braccia esposte sono di due specie, quelle a semplice traino e quelle a doppio traino, le quali ultime sono utilissime pel trasporto sul sito di incendio di pompieri e di apparati e attrezzi diversi. Una modifica molto importante è stata introdotta dal Berzia nella costruzione delle pompe da incendio, quella cioè di poter avere sotto mano, e per giunta immediatamente, le valvole dei due corpi di tromba e quelle della camera d’aria, smontando un piatto metallico a vite, che chiude la scatola in cui le valvole sono poste. Con siffatta modifica molto pratica si evita il grave inconveniente di smontare l’intera macchina per mettere allo scoperto le valvole nel caso in cui per una ragione qualsiasi una o più di esse non funzionino, specialmente se questo avvenga durante le manovre di estinzione di un incendio. L' importanza di poter avere a portata di mano immediatamente tutte le valvole, e di poter rimettere quindi in azione una pompa da incendio in breve tempo, e un vantaggio grandissimo che ognun vede e valuta molto. Alle pompe da incendio il cav. Berzia ha aggiunto nella sua bella mostra una collezione, addirittura, di pompe di altro genere, quali le pompe da giardini, da travaso, di alimentazione, per prosciugamenti, pompe per pozzi e irroratrici. E. Ciollaro» |
La genialità del Cav. Paolo Porta
In una delle pubblicità della fabbrica di scale del “Cav. Paolo Porta”, è ben messa in evidenza la dicitura “Inventore delle scale aeree”.
Un’affermazione alquanto impegnativa per una persona che rivendica il diritto di primazia su un mezzo che da subito si era rivelato di strategica importanza per il servizio di soccorso dei pompieri. Prima dell’avvento di tale straordinaria invenzione, i pompieri erano costretti molte volte ad assistere impotenti all’avanzare del fuoco nei piani alti delle case, nonostante gli immani sforzi compiuti per fermarne l’avanzata, oppure tentare con i pochi mezzi dell’epoca, la “scalata” ai piani alti con funi, scale a sfilo di modesta elevazione, ecc. Le cose cambiarono decisamente nella seconda metà del 1800 con l’innovativo sistema delle “scale Porta”. Ebbene si, Paolo Porta ne fu l’inventore, il primo capace di mettere a punto una scala per giungere ad altezze ragguardevoli. La sua invenzione fu talmente importante che persino il Corpo dei Sapeurs Pompiers di Parigi, che notoriamente non erano molto aperti verso gli approntamenti italiani, ne acquistò alcune. Paolo Porta era originario di Rondissone Torinese, un comune a una manciata dal capoluogo piemontese. Lì possedeva già una fabbrica per la produzione di carrozze, ma la sua idea fissa era di realizzare una scala aerea montata su un carro, che potesse essere elevata in breve tempo, ma soprattutto che portasse gli uomini a grandi altezze. Così costruì e brevettò un tipo di scala aerea a sfilo, la più innovativa dell’epoca. Un giorno del novembre del 1863 bussò alla porta del Municipio di Torino, dove allora risiedeva la stazione principale dei pompieri. Non era da solo, dietro di lui alcuni operai trasportavano un enorme pacco di travi in legno, scalini, cavi, pezzi di ferro, ruote, mozzi e viti. Insomma un antesignano dei moderni mobili scandinavi, in scatola di montaggio. Tutto venne dispiegato e messo ben in fila nell’enorme “Cortile del Burro”; iniziò così l’avventura della più famosa e rinomata scala aerea della storia. Il successo fu tale che la produzione delle scale venne trasferita da Torino a Milano, che già da allora aveva ambizioni di espansione, incontrando favore e rinomanza internazionale. A Milano impiantò la sua grande azienda poco fuori la Porta Vittoria, su un’area adiacente la stazione ferroviaria di Porta Tosa, dando lavoro a molti operai e tecnici. Nel 1896 Paolo Porta morì lasciando la sua importante eredità al figlio Costanzo, che ampliò ancora l’azienda facendole assumere dimensioni ragguardevoli, poiché la fama della sua apprezzatissima produzione travalicò i confini dell’Italia. |