26 aprile 1852- Lo scoppio della Polveriera di Borgo Dora a Torino.
Uno dei tragici avvenimenti avutisi a Torino e destinati a rimanere impressi nella memoria dei torinesi, è senza dubbio lo scoppio della Fabbrica delle Polveri comunemente chiamata Polveriera, avvenuto alle 11,45 del 26 aprile 1852, che distrusse parte dell’antico Borgo Dora.
La causa venne poi identificata nella combustione spontanea avvenuta in una botte ternaria, propagatasi alle altre botti vicine; in pochi attimi 25.000 chilogrammi di polvere da sparo saltarono in aria distruggendo gli edifici e i macchinari della Polveriera. Nella deflagrazione rimasero coinvolti molti altri edifici civili tra cui il vicino Cottolengo e il cimitero di San Pietro in Vincoli, oltre allo scoperchiamento di numerosi tetti di case circonvicine. Il danno sarebbe stato ben più grave se fosse mancato il coraggioso comportamento del sergente-polverista Paolo Sacchi di anni 45 originario di Voghera, noto ancora oggi a tutti per la via a lui intitolata e ubicata nei pressi di Porta Nuova a Torino. Egli sebbene ferito dalla tremenda esplosione riuscì ad entrare in un magazzino molto più grande dove erano depositati altri 40.000 chilogrammi di polvere stoccati in numerosi barili, e a rimuovere pezzi di travi e coperte incendiate. Il gesto compiuto servì a scongiurare un ulteriore aggravamento della situazione. Purtroppo il bilancio delle vittime fu drammaticamente alto. Ad intervento ultimato si contarono ventiquattro morti e quindici feriti. Un atteggiamento non meno coraggioso, seppur ignorato dalle istituzioni cittadine e dalle successive ricostruzioni, fu tenuto dai civici pompieri che, intervenuti in forze con tutte le pompe disponibili, contribuirono alla difficile quanto pericolosa opera di estinzione. Infatti Sacchi nella sua azione venne immediatamente affiancato dal caporale Pozzo e dal sergente Ollivero, entrambe Guardie-Fuoco. Altri pompieri ancora si prodigarono per il salvataggio dei numerosi soldati del polverificio che cercarono scampo gettandosi nel canale dei Molassi (proveniente dalla Dora). Tutto questo è possibile evincerlo leggendo l’interessante relazione fatta all’indomani dal comandante delle Guardie-Fuoco Pietro Lana. Ci sembra doveroso, anche se tardivamente, rendere un giusto atto di ringraziamento a chi ha rischiato la propria vita senza che questo gli sia stato mai riconosciuto. La causa di detto incendio si dice spontanea e di aver preso fuoco, ove era il miscuglio ternario della Polvere, e l’immenza cupa fiamma istantanea prodotta dallo scoppio comunicò il fuoco alli diversi laboratorj, in cui si trovava ripartitamente fino a 10.000 chilo di polvere, al così detto piccolo magazzino che ne conteneva 10.000 chilo ed a quello delle composizioni, e per caso fortuito non si appicciò il fuoco al grande magazzino della Polvere in cui esistevano 10.000, ma bensì ad alcune coperte di fuori vicino all’uscio. Il Caporale Ponte 10 colle Guardie-fuoco Audenino, Ollivero 2° e Ponte 2° furono i più solleciti, e partirono tosto dopo lo scoppio, si portarono sul luogo colla tromba n. 3, seguiva subito dopo un’altra tromba n. 4, cogli Operaj Rocco, Faccio, Garzena e Cane, ed anche tosto altre due trombe n. 1 bis colle Guardie Maccario 10 Cuneo e Canevero, e quella n. 2 dei Caporali Pessina, Bongioanni, Berchiati, Arduino e le Guardie Boggio, Cerutti 3°, Febbraro, Zappata e Giaccone, che giunti sul luogo aprirono a forza un cancello e si avvicinarono al Magazzino dei (vetri) che era in fiamme. Sollecitamente arrivò sul luogo il restante della Compagnia colle trombe n. 1 e 2 e 6, ed in tutto trombe n. 7, che vennero distribuite nei diversi luoghi, ove l’urgenza il richiedeva. Il sottoscritto, il Tenente, ed il S. Tenente diressero le operazioni, ma che l’ampiezza del locale, i cumuli di Materiali, i frantumi dei legnami ed ordigni tutto in massimo disordine ne impedivano la comunicazione e con grande difficoltà si poteva portar fuori ed agevolare le operazioni fra le Guardie-fuoco, di cui molte si distinsero per zelo e Coraggio, non curando la propria vita. Non possono meritar particolari riguardi i seguenti individui, ma intanto si crede di dover far noto che non mancò all’appello in tale disastroso frangente. 1° Il Caporal Pozzo fu il primo a portar acqua e soccorso a richiesta del sergente Polverista Sacchi al Magazzino grande della Polvere, entrò nel medesimo e lavorò con alacrità e coraggio col nominato Sergente a spegnere le coperte che erano accese alla Porta di quel Magazzino, li raggiunse il Sergente Ollivero che ajutò pure a spegnere dette coperte, poscia questi due ultimi con altre guardie fuoco lavorarono colle trombe a lanciar acqua per spegnere i legnami attorno a quel Magazzino nell’Area dello Stendaggio, il cui scoppio potea cagionare un danno incalcolabile; Dei servigi sovra enunciati ne fanno attestato il sig. Mattei Luogotenente d’Artiglieria ed il Sergente Polverista Sacchi predetto. 2° La Guardia-Fuoco Cane, visto alcuni feriti nel Canale si gettò nell’acqua coll’ajuto della Guardia Maccario 2° pervenne ad estrarre il Polverista Ferraris ed un altro di cui s’ignora il nome che trasportarono in salvo nel vicino Prato. 3° Le Guardie-Fuoco Pozzo e Gay salvarono il Soldato Polverista Brellaz, che trovavasi nel canale mortalmente ferito, quasi coperto di Pietre e frantumi e lo trasportarono all’Ospedale Militare al letto n. 209. 4° Faccio e Riva stettero molto tempo nell’acqua per estrarre altri feriti che erano in detto canale, il Direttore della Società Reale contro gli incendi, si esibì di fame fede. Il Faccio cadde e rischiò di annegarsi, venne salvato da un Soldato d’Artiglieria, entrò poi all’Ospedale. 5° Il Caporale Ponte 1° colle Guardie che lo seguivano, lavorarono a spegnere le Porte, i diversi legnami ed in specie i laboratori dei granitoi e fulloni, facendo proprio trasportare la tromba n. 3 al Magazzino dello Zolfo in cui l’incendio poteva dilagarsi e cagionar gravissimi danni. 6° Le Guardie-Fuoco, colle trombe n. 1 bis e 2, che sforzarono il cancello per portarsi vicino al Magazzino dei nitri, lavorarono con molta attività a lanciar acqua ed ebbero a soffrir molto calore e fumo per entrarvi dalla finestra con rischio di abbruciarsi, ed in specie la guardia Boggio che gettò a basso uno dei barili, alla fine coll’aggiunta della tromba n. 6 si pervenne ad estinguere quel Magazzino e salvare così molti barili, e vi concorse anche una tromba grossa dell’Artiglieria coi Soldati di quel corpo. Il Sergente Ambrosetti si adoperò con molta attività e prontezza a far partire tutte le dette trombe e poscia lavorò all’incendio con particolar intelligenza come pure il Sergente Ollivero. Queste le Guardie a Fuoco intervenute all’incendio: Ponte 1°, Ollivero 2°, Audenino, Ponte 2°, Rocco, Faccio, Garzena, Cane, Ambrosetti, Gay, Pozzo, Conte, Carando, Ollivero 1°, Pasquero, Burzio, Pessina, Bongioanni, Giaccone, Zappata, Berchiati, Febbraro, Arduino 1°, Boggio, Cerruti 2°, Macario 1°, Cuneo, Canavero, Arduino 2°, Gardino, Quirico Cerutti 1°, Gilitos, Marucco, Tortiroglio, Varisella, Maccario 2°, Riva, Ossola, Magnano 5. |