Pompieri.
Cinque secoli di storia di un'antica istituzione.
Anno pubblicazione 1992
L’Italia del secolo XII, dopo gli anni bui del 1000, vide rinascere la città che divenne nuovamente il centro principale delle attività umane. Ma la città medievale aveva strade strette, tortuose e spesso non selciate ed ingombre di sporcizia. Le case, senza servizi, erano malsane ed in gran parte fatte di legno ed altri materiali facilmente incendiabili. Pertanto l’incendio costituiva a tutto il secolo XV una costante e grave minaccia che incombeva sull’incolumità dei centri abitati, sia per l’addossamento delle case tra loro, che per l’impiego di quei materiali di cui si è appena parlato.
In caso di incendio, non mancavano le azioni repressive volte a punire coloro i quali li provocavano con dolo, delitto considerato gravissimo al pari degli omicidi e dei tradimenti. La gravità del gesto compiuto determinava naturalmente la pena comminata ai trasgressori delle disposizioni. L’incendiario poteva essere addirittura mandato al rogo se colto in flagranza di reato. Si decise oggi che ciascuna decina di uomini della città di Torino sia tenuta a fare dei secchi in cuoio e scale sovrapponibili per assicurarsi del fuoco degli incendi se accadesse ciò che si verifichi. Il 27 luglio del 1442 il comune di Torino organizzò un’embrionale organizzazione di estinzione degli incendi, affidandone l'incarico ad alcuni artigiani della città, di costruire ed utilizzare delle attrezzature utili all'estinzione degli incendi. L'importanza del provvedimento comunale permise di avvicinare Torino, all’epoca modesto borgo, alle grandi città italiane ed europee. In seguito tra le arti chiamate dal governo cittadino a concorrere all'estinzione degli incendi, figurava anche quella dei brentatori; questi, nelle loro mansioni ordinarie, trasportavano il vino dai carri-botte alle botti degli osti con dei recipienti chiamati brente; da queste trae origine la denominazione di brentatori. Con i recipienti calzati a spalla questi, nei momenti di emergenza, trasportavano l’acqua dopo averla prelevata dai pozzi e dalle bealere. Per accorrere più prontamente in caso di bisogno, essi abitavano tutti nei dintorni della chiesa di Santo Spirito, tuttora esistente in via Cappel Verde nel cuore della Torino antica, a due passi dal Duomo. Le sue campane, battendo a martello, avevano il compito di allertarli per l’incombente pericolo. Una decisiva svolta ai frammentati provvedimenti sinora adottati per la difesa dal fuoco, si concretizzò il 20 aprile 1786, quando il Re Vittorio Amedeo con un Regio Regolamento, stabilì le modalità di intervento e il comportamento degli uomini e delle pompe destinate all’opera di estinzione, nonché l’individuazione del personale, tra gli artiglieri del Corpo di Guardia alle quattro porte della città di Torino, e le norme del loro allertamento ad incendio avvenuto. Quello che potrebbe definirsi il punto di partenza della storia dei pompieri di Torino, ebbe origine il 22 ottobre del 1824 con l'istituzione da parte del re Carlo Felice con le sue Regie Patenti, della Compagnia Guardie a Fuoco per la Città di Torino. Furono istituite due stazioni di guardia, una al Palazzo di Città dove giacevano le pompe di proprietà del comune; l’altra presso il Palazzo Reale per quelle di proprietà del re. Tutte le stazioni furono dotate di una scala aerea costruita e brevettata dall’artigiano Paolo Porta. Questo nuovo tipo di scala a sfilo fu la prima nel mondo, e Torino venne così a disporre dal 1863, prima di altri corpi pompieristici, di un attrezzo di estrema importanza che determinava un nuovo modo di operare in caso di incendio negli alloggi ai piani alti delle case. Una pagina di grande eroismo venne scritta dal caporale Giuseppe Robino il 27 Gennaio del 1880, quando con altri tre suoi compagni, riuscì a salvare da un alloggio in fiamme in via Roma due donne, un bambino e un anziano signore. L’ammirazione per il gesto compiuto fu così sentito dalla popolazione, che il De Amicis, sull’onda dell’emozione collettiva, si ispirò ad esso per scrivere una delle pagine più belle del suo libro Cuore. Il 1883 è un’altra data storica per l’inaugurazione della Caserma delle Fontane di Santa Barbara. Ubicata nell’antica strada di S. Barbara - poi Corso Regina Margherita- fu per cento anni la Sede Centrale. Nello stesso anno venne acquistata la prima potente pompa a vapore trainata da una pariglia di cavalli. Il servizio rimase attivo sino al 1907, quando il Corpo venne dotato delle prime quattro vetture con motore a benzina per il traino delle pesanti pompe a vapore e il trasporto del personale. Nel 1911, in occasione dell’Esposizione Universale di Torino vennero acquistate le prime due autopompe, antesignane delle moderne e veloci autopompe. I tempi di intervento si ridussero drasticamente permettendo ai pompieri di giungere sul luogo del sinistro non più affaticati ma in grado di operare immediatamente e con la giusta determinazione. Finalmente l’acqua non veniva più spinta con la forza fisica o con il vapore, ma con potenti pompe mosse dai motori delle vetture. Nella notte dell’8 febbraio 1936, si concluse tragicamente la storia del glorioso Teatro Regio di Torino. In pochi istanti venne completamente distrutto da un violentissimo incendio. Quest'ultimo grave fatto, può considerarsi come ultimo episodio di un periodo particolarmente fecondo per l'antincendio torinese e, più in generale, italiano. Solo quattro anni dopo una ben più grave storia avrebbe determinato lo sconquasso del nostro Paese: la Seconda Guerra Mondiale. |