1908 - Il terremoto di Messina e Reggio Calabria.
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Alle 5.26 del 28 dicembre 1908, Messina e Reggio Calabria vennero quasi del tutto cancellate da un violentissimo terremoto accompagnato da un non meno violento maremoto che in trenta secondi distrusse il 98% delle case, provocando la morte di ben centomila persone.
La scossa sismica ebbe una magnitudo di 7,5 e un'intensità dell'11° grado della Scala Mercalli. Il sisma fu talmente violento e devastante, che venne registrato dagli osservatori di città lontane come Padova, Urbino, Macerata e persino Domodossola e Moncalieri in Piemonte. A Napoli e Foggia e Bari la scossa venne chiaramente percepita dalle popolazioni. Numerosi corpi di Pompieri tra cui quelli di Torino e Milano, accorsero in aiuto degli scampati. Questo terremoto, a memoria d'uomo, può essere considerato, per numero di vittime, estensione territoriale e patrimonio edilizio e infrastrutturale perduto, come il più grave evento catastrofico naturale in Italia e in Europa. Trentasette secondi per spazzare le vite della metà degli abitanti di Messina e un terzo di quelli di Reggio Calabria. Una relazione elaborata da alcuni Senatori citò testualmente i fatti: «Un attimo della potenza degli elementi ha flagellato due nobilissime province – nobilissime e care – abbattendo molti secoli di opere e di civiltà. Non è soltanto una sventura della gente italiana; è una sventura dell'umanità, sicché il grido pietoso scoppiava al di qua e al di là delle Alpi e dei mari, fondendo e confondendo, in una gara di sacrificio e di fratellanza, ogni persona, ogni classe, ogni nazionalità. È la pietà dei vivi che tenta la rivincita dell'umanità sulle violenze della terra. Forse non è ancor completo, nei nostri intelletti, il terribile quadro, né preciso il concetto della grande sventura, né ancor siamo in grado di misurare le proporzioni dell'abisso, dal cui fondo spaventoso vogliamo risorgere. Sappiamo che il danno è immenso, e che grandi e immediate provvidenze sono necessarie». Nelle due città e nei comuni limitrofi, nulla venne risparmiato. Ospedali, caserme, infrastrutture, edifici pubblici e privati. Proprio la distruzione delle caserme, con la conseguente morte della maggioranza degli occupanti, causò una risposta inadeguata rispetto alla gravissima situazione, tant'è che i primi soccorso giunsero dal mare, portati dai marinai da navi inglesi e russe che si trovavano nei porti di Siracusa e Augusta. Dopo l'onda sismica sulle due coste, quella siciliana e quella calabrese, si abbatte un violentissimo maremoto che in tre ondate, aggiunsero distruzioni a distruzioni. Le onde provocate furono impressionanti, nei pressi di Reggio si raggiunse la massima altezza di 13 metri. |
I pompieri di Torino sulle macerie delle case di Messina