1911. Torino, il Concorso Pompieristico delle meraviglie
L’ESPOSIZIONE UNIVERSALE E IL CONCORSO POMPIERISTICO DI TORINO DEL 1911
Le origini delle Esposizioni, intese come veicolo della capacità produttiva e tecnologica di una nazione, risalgono già alla fine del 1600, precisamente il 1683, quando a Parigi l’Académie des Sciences propose ai parigini alcuni modelli di macchine industriali, perfettamente funzionanti, per affermare l’importanza e la necessità di una trasformazione tecnologica della società basata, naturalmente, ancora ed essenzialmente sul lavoro umano. Se inizialmente le esposizioni avevano il principale obiettivo di favorire il cambiamento della tecnologia produttiva e di essere vetrina dell’immagine di un paese, successivamente, dalla fine del XVIII secolo, ebbero il ruolo di mettere in concorrenza l’intelligenza e la capacità innovativa delle nazioni. Nel nostro Paese l’Esposizione Universale di Torino del 1911, organizzata per la ricorrenza dei primi cinquant’anni dell’Unità d’Italia, è stata forse in assoluto, la più importante esposizione italiana. L'esposizione venne ospitata nel Parco del Valentino, un luogo dal grande valore storico e simbolico, nonché per bellezza, che con i suoi 500.000 m² aveva già ospitato tutte le esposizioni internazionali precedenti (1884, 1898 e 1902). Le celebrazioni ebbero inizio il 29 aprile 1911, alla presenza di sua Maestà Vittorio Emanuele III, e dei rappresentanti dei paesi ospiti. Nell’ambito delle iniziative collegate all’evento, un posto di rilievo lo ebbe il “Convegno-Concorso Mondiale Pompieri di Torino”, importante anch’esso per il numero dei Corpi e dei pompieri partecipanti, mai così alto prima di allora. Il successo di partecipazione e la risonanza internazionale furono grandi, grazie, appunto, alla partecipazione di circa cento Corpi di Pompieri, di cui quarantanove provenienti dall’estero, che dal 17 al 21 agosto, si esibirono presso il famoso e immenso «Stadium» di Corso Duca degli Abruzzi, il più grande stadio italiano a quei tempi, in grado di ospitare sino a 60.000 spettatori, demolito poi nel secondo dopo guerra per far posto al Politecnico. Per ben cinque giorni la città si Torino venne festosamente “invasa” da oltre settecento pompieri e oltre cento automezzi, provenienti da Parigi, Lully, Perrignier, Souvigné, Thonon-les-Bains, Albertville, Annecy, Bons-St. Didier, Chambéry, Cognin, Fourneaux, Grenoble, Lanslebourg, La Rochette, Le Freney, Les Déserts, Modane, Nice, Saint-André, St. Jean-de-Maurienne, St. Thibaud-de-Couz, Ste. Marie-de-Cuinesse, Sallanches, Termignon, Thyl, Valloire, Villargondran, Lione, Nizza, Vienna, Bradford, Brighton, Ealiug, St. Albans, Londra, Berlino, Burgdorf, Varsavia, Budapest, Gorizia, Gyor, Magyarkanizsa, Pola, Praga, Costantinopoli, Francoforte, Montevideo, Buenos Aires, Santa Fè, Lugano, Bellinzona, Aosta, Appiano, Bologna, Borgosesia, Busto Arsizio, Como, Cremona, Cuneo, Cuorgnè, Desio, Este, Fossano, Gallarate, Galliate, Gazzaniga, Imola, Lanzo Torinese, Legnano, Lodi, Magenta, Marino, Milano (Civici Pompieri), Milano (Officine Meccaniche), Milano (Stabilimento Stagionale Sete), Milano (Stabilimento Pirelli), Milano (Stabilimento Richard-Ginori), Moncalieri, Montagnana, Novara, Pallanza, Pieve di Cadore, Pinerolo, Ravenna, Saluzzo, S. Giovanni Valdarno, Saronno, Savona, Sesto S. Giovanni, Spezia (Regia Marina), Spezia (Ass. Pubblica), Torino (Civici Pompieri), Torino (Squadra Azzario), Torino (Istituto Bonafous), Valmadrera, Varano-Borghi, Varzo ed infine Venezia. |