6 maggio 1945.
La festa per la Liberazione di Torino.
Tratto da: Michele Sforza, La città sotto il fuoco della guerra, U. Allemandi & C., Torino 1998.
Il Comandante Guido Moscato.
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Era il 6 maggio del 1945 e Torino venne invasa pacificamente da una folla straripante e festosa.
Si festeggiava ufficialmente la Liberazione della città. Piazza Vittorio Veneto era gremita da una folla gioiosa per tributare gli onori ai partigiani che avevano combattuto e lottato per la liberazione della città. Trentamila partigiani, gappisti e sappisti di tutte le formazioni, sfilarono con le armi in pugno per l’ultimo atto prima della smobilitazione di tutti i reparti. Alla presenza di moltissime autorità e di numerosi ufficiali americani, inglesi, polacchi e francesi, dalle otto del mattino, provenienti da molte zone della provincia, migliaia e migliaia di partigiani passarono nelle principali vie del centro cittadino, suddivisi per zona di operatività. I vigili del fuoco si disposero nel Corso Cairoli angolo Piazza Vittorio Veneto. Una sfilata di un'imponenza tale che fece esclamare al colonnello Marshall: «c'est beau et émouvant» (è bello e commovente), per poi aggiungere in inglese: «… and worrying.» (… e preoccupante.) Dopo la funzione religiosa officiata dall'arcivescovo di Torino, Maurilio Fossati, i discorsi di Franco Antonicelli presidente del CLN piemontese e del generale Alessandro Trabucchi responsabile del CMRP, da un improvvisato palco, le partigiane e i partigiani sfilarono davanti alle autorità e ai cittadini, dopo aver reso gli onori alla bandiera del C.V.L. (Corpo Volontari della Libertà), passando sotto il monumento di Giuseppe Garibaldi in corso Cairoli. Il corteo si concluse in Piazza Carlo Felice. Al termine dell’imponente corteo, la bandiera del C.V.L., che apriva la sfilata, venne consegnata al C.M.R.P. (Comando Militare Regionale Piemontese), che di fatto concluse l’operatività dei reparti partigiani. Il sindaco Roveda fece scrivere sui manifesti: «Domani, domenica 6 maggio alle ore 9,30, in Piazza Vittorio Veneto, sarà solennemente consegnata al nostro glorioso Corpo dei Volontari della Libertà la bandiera di combattimento. Questa bandiera, o Cittadini, è il simbolo di venti mesi di lotta e di inenarrabili sacrifici, è la bandiera per cui hanno combattuto tutti quelli che hanno posto fine al nostro servaggio ed alle nostre sciagure, è la bandiera per cui sono caduti i nostri migliori. Perciò a nome mio e della Giunta Popolare invito tutta la cittadinanza ad essere presente, affinché questi nostri prodi patrioti sentano che non c'è cuore torinese che non abbia per loro un palpito di riconoscenza e di affetto». Una pagina, almeno questa pagina, terminò così! Quel giorno, alla conclusione della sfilata di Piazza Vittorio Veneto, dopo la Santa Messa officiata dal Cappellano militare, il Comandante dei Vigili del Fuoco Moscato, Ettore Maccagno Comandante della VI Divisione e Gabriele Manfredi Commissario Politico della 23° Brigata Celere S.A.P. «Pensiero Stringa», parlarono ai vigili del fuoco di Torino, raccolti nella caserma centrale di Porta Palazzo. Un momento di raccoglimento per ricordare coloro i quali non erano più con loro e per riflettere sulle incredibili vicende che sconvolsero le vite di tutti in quei cinque lunghi anni. |