Alluvione del Piemonte del 1968.
Tre giorni di maltempo sono stati sufficienti per provocare in Piemonte disastri di spaventosa gravità.
Tragico il bilancio delle vittime: più di cento, a mano a mano che le acque si ritirano ed affluiscono notizie dai centri maggiormente colpiti, l'alluvione assume aspetti apocalittici.
Quanti sono i danni? Decine di migliaia di ettari di terreno coltivati sono stati allagati, vigneti strappati ai fianchi delle colline, ponti demoliti, linee ferroviarie divelte, strade sepolte da due metri d'acqua.
Il disastro è particolarmente grave in Vallestrona presso Biella, dovunque lacrime e rovine, famiglie distrutte, gente scomparsa.
Migliaia di operai già colpiti nelle loro case si trovano ora davanti alla prospettiva della disoccupazione.
Questa è la prima grande sventura del dopoguerra per il numero delle vittime e l'ampiezza del territorio devastato dall'alluvione: migliaia di senza tetto, città e paesi allagati, strade allagate e divelte, ponti crollati, centinaia di ettari sommersi dall'acqua.
Sono bastati tre giorni di pioggia per sconvolgere la vita di laboriose popolazioni, per seminare danni e lutti.
Il disastro è tanto più doloroso in quanto si è accanito su zone di precarie condizioni economiche. A Biella nessuno poteva uscire dalle case; l'acqua era arrivata all'altezza del primo piano. Soltanto verso le tre della notte alcuni animosi, affrontando nel fango hanno percorso le vie del paese che non riconoscevano più.
Sulla strada mancava una casa di tre piani sparita come per un colpo di spugna. Un uomo e una donna sono stati trovati ormai morti nel buio improvviso e nel boato della casa che crollava, si sono stretti con un gesto di protezione.
SOLIDARIETA' CON LE POPOLAZIONI COLPITE DALLA SVENTURA
Le popolazioni di decine di paesi lottano contro la furia delle acque devastatrici, cercano di portare aiuto ai profughi, soccorso ai feriti; piangono i morti che salgono di ora in ora.
La concreta solidarietà dei torinesi è già in atto. A "La Stampa" sono affluite le prime cospicue offerte di Enti, Aziende, Associazioni.
Come sempre la distribuzione dei soccorsi sarà immediata. A fianco delle grosse cifre si affiancano le piccole offerte. Il centralino del giornale ha ricevuto in poche ore centinaia di telefonate.
La gente telefonando esprimeva preoccupazione per le notizie incomplete e per il pensiero che ci fossero dei propri parenti coinvolti.
Non solo il Piemonte si è dato da fare ma tutta l'Italia.
(Ricerca tratta dal quaderno di Geografia e Attualità di Gabriella Pernaci, Classe 3° A della Scuola Media "Posa" di Torino. Anno 1968).
Tragico il bilancio delle vittime: più di cento, a mano a mano che le acque si ritirano ed affluiscono notizie dai centri maggiormente colpiti, l'alluvione assume aspetti apocalittici.
Quanti sono i danni? Decine di migliaia di ettari di terreno coltivati sono stati allagati, vigneti strappati ai fianchi delle colline, ponti demoliti, linee ferroviarie divelte, strade sepolte da due metri d'acqua.
Il disastro è particolarmente grave in Vallestrona presso Biella, dovunque lacrime e rovine, famiglie distrutte, gente scomparsa.
Migliaia di operai già colpiti nelle loro case si trovano ora davanti alla prospettiva della disoccupazione.
Questa è la prima grande sventura del dopoguerra per il numero delle vittime e l'ampiezza del territorio devastato dall'alluvione: migliaia di senza tetto, città e paesi allagati, strade allagate e divelte, ponti crollati, centinaia di ettari sommersi dall'acqua.
Sono bastati tre giorni di pioggia per sconvolgere la vita di laboriose popolazioni, per seminare danni e lutti.
Il disastro è tanto più doloroso in quanto si è accanito su zone di precarie condizioni economiche. A Biella nessuno poteva uscire dalle case; l'acqua era arrivata all'altezza del primo piano. Soltanto verso le tre della notte alcuni animosi, affrontando nel fango hanno percorso le vie del paese che non riconoscevano più.
Sulla strada mancava una casa di tre piani sparita come per un colpo di spugna. Un uomo e una donna sono stati trovati ormai morti nel buio improvviso e nel boato della casa che crollava, si sono stretti con un gesto di protezione.
SOLIDARIETA' CON LE POPOLAZIONI COLPITE DALLA SVENTURA
Le popolazioni di decine di paesi lottano contro la furia delle acque devastatrici, cercano di portare aiuto ai profughi, soccorso ai feriti; piangono i morti che salgono di ora in ora.
La concreta solidarietà dei torinesi è già in atto. A "La Stampa" sono affluite le prime cospicue offerte di Enti, Aziende, Associazioni.
Come sempre la distribuzione dei soccorsi sarà immediata. A fianco delle grosse cifre si affiancano le piccole offerte. Il centralino del giornale ha ricevuto in poche ore centinaia di telefonate.
La gente telefonando esprimeva preoccupazione per le notizie incomplete e per il pensiero che ci fossero dei propri parenti coinvolti.
Non solo il Piemonte si è dato da fare ma tutta l'Italia.
(Ricerca tratta dal quaderno di Geografia e Attualità di Gabriella Pernaci, Classe 3° A della Scuola Media "Posa" di Torino. Anno 1968).