26 aprile 1986.
Chernobyl, il bagliore letale.
Il reattore n. 4 dopo l'esplosione (https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=63251598)
Autopompe dei vigili del fuoco utilizzate per l'intervento (https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=89237012)
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26 aprile 1986. Ore 1.23.
Un sabato notte. A Pripjat avrebbe dovuto essere una notte come tante altre; avrebbe dovuto essere, ma non fu così. All'1 e 23 della notte le poche persone ancora sveglie notarono uno strano bagliore levarsi a qualche chilometro da loro, proprio in direzione della centrale nucleare di Chernobyl. Un bagliore che minuto dopo minuto diventava sempre più vivido, sempre più imponente e sempre più vicino. Pripjat è a pochi chilometri dalla centrale. Era una città di 50.000 abitanti. Molti abitanti vennero svegliati da uno strano trambusto che proveniva dalla strada. Era la gente che si riversava in strada incuriosita dall'incendio e dalle sirene che andavano verso la centrale e che andava ad ingrossare sempre più la folla che cresceva lungo le sponde del Fiume del Pripjat. Un luogo privilegiato per vedere quello strano bagliore azzurrognolo che come un grande pennacchio aleggiava sulla centrale. Ma i cittadini ancora non sapevano cosa stesse succedendo. Erano troppo coinvolti dalla visione di quell'affascinante apocalisse che si stava sgranando davanti ai loro occhi, tanto attratti che nemmeno si rendevano conto dei materiali leggeri prodotti dalla combustione, altamente radioattivi, che avevano cominciato a galleggiare sulle loro teste e sui cieli dell'Ucraina, ma soprattutto tra i loro capelli, sulla loro pelle e dentro i loro polmoni. In quel momento all'interno della centrale il dramma era nel pieno dello svolgimento. Il reattore numero 4 era esploso disseminando tutt'intorno macerie, ferro, ma soprattutto grafite. Fuori decine di pompieri furono esposti a dosi enormi di radioattività, andando inconsapevolmente incontro ad una terribile morte. L'intervento dei vigili del fuoco L'allarme per i vigili del fuoco di Chernobyl giunse alle ore 1.25. Venne segnalato un semplice incendio alla centrale e quattordici vigili, comandati dall'ufficiale Vladimir Pravik, con i loro mezzi, in pochissimi minuti giunsero alla centrale, dove erano presenti altre unità di vigili del fuoco. I vigili presto si resero conto della gravità dei danni e videro che il tetto e una parete dell'unità 4 erano crollati e che infuriava un vasto incendio. Equipaggiati con i normali equipaggiamenti protettivi, non si resero conto dei gravissimi rischi di contaminazione ai quali si stavano esponendo. Pezzi di grafite altamente radioattiva erano disseminati ovunque e loro ci si muovevano inconsapevolmente. Qualcuno li prendeva anche con le mani non conoscendo l'altissima pericolosità, esponendosi a grandi quantità di radiazioni. Intanto diverse condutture di acqua erano state realizzate, tanto che in poco più di mezz'ora l'incendio del tetto venne domato, pur muovendosi tra i detriti radioattivi, avvolti da una misteriosa nebbia. I soccorritori presto cominciarono a lamentare i primi sintomi di un malessere provocato dalla radioattività che ancora non conoscevano. Nausea, vomito, cefalea e vertigini. Vennero trasportati al più vicino ospedale dove i medici capirono che quei sintomi erano stati causati dalle forti radiazioni. Durante l'intervento quegli uomini assorbirono grandi quantità di radiazioni. Giunsero sul posto altre decine di squadre di vigili e verso le 7.00 del mattino venne dichiarata terminata l'emergenza. In realtà venne spento l'incendio ma dal reattore 4 continuavano ad uscire fumo nero e il misterioso vapore dall'odore strano che si disperdevano nel cielo. Nelle settimane successive tutti quei vigili morirono tra atroci sofferenze. Furono ben 16. A causa degli effetti a lungo termine, i costi umani non potranno mai essere quantificati con certezza, ma sicuramente ammontano a diverse migliaia di persone. La nube radioattiva cominciò a "veleggiare" sui cieli di tutta l'Europa, Italia compresa. Dal giorno successivo e per diverse settimane vennero mobilitati i Nuclei Radiometrici di tutti i Comandi per misurare i livelli di radioattività del suolo e dell'aria del territorio italiano. Oggi 26 aprile 2021, sono trascorsi trentasette anni da quella terribile tragedia. |