L'alluvione del Piemonte del 1994.
Sul Piemonte dai primi giorni del mese di novembre si stava rovesciando una tale portata di pioggia che arrivò a toccare gli oltre 600 mm; infatti erano 48 ore che pioveva ininterrottamente e i fiumi erano gonfi di acqua all’inverosimile, portando con sé dalle montagne tronchi, detriti, massi di grandi dimensioni.
Le province di Cuneo, Asti e Alessandria in quelle ore stavano vivendo le prime avvisaglie di quella che sarebbe diventata la più grande tragedia idrogeologica del Piemonte.
Il fiume Tanaro crebbe a livelli terribilmente eccezionali, con oltre nove metri di altezza. I paesi attraversati da quell’onda spaventosa: Ceva, Ormea, Alba, Asti, Alessandria, vennero sconvolte dall’evento alluvionale, tanto da subire profonde distruzioni alle infrastrutture e ai propri manufatti civili presenti lungo il corso del fiume. Lo stesso che mutò la sua stessa fisionomia del letto, in ampi tratti sino alla confluenza con il Fiume Po poco oltre Alessandria.
Un fiume che scorreva, anzi correva verso il Po, con una portata di oltre 5000 m3/s (idrometro di Montecastello (AL).
L’evento alluvionale non fu meno irruente nella Provincia torinese, in particolare nel Canavese e nell’alto Canavese.
Le province di Cuneo, Asti e Alessandria in quelle ore stavano vivendo le prime avvisaglie di quella che sarebbe diventata la più grande tragedia idrogeologica del Piemonte.
Il fiume Tanaro crebbe a livelli terribilmente eccezionali, con oltre nove metri di altezza. I paesi attraversati da quell’onda spaventosa: Ceva, Ormea, Alba, Asti, Alessandria, vennero sconvolte dall’evento alluvionale, tanto da subire profonde distruzioni alle infrastrutture e ai propri manufatti civili presenti lungo il corso del fiume. Lo stesso che mutò la sua stessa fisionomia del letto, in ampi tratti sino alla confluenza con il Fiume Po poco oltre Alessandria.
Un fiume che scorreva, anzi correva verso il Po, con una portata di oltre 5000 m3/s (idrometro di Montecastello (AL).
L’evento alluvionale non fu meno irruente nella Provincia torinese, in particolare nel Canavese e nell’alto Canavese.