Foggia 11 novembre 1999.
Il crollo di Viale Giotto e le 67 vittime.
11 novembre 1999.
Ore 3.12. Foggia, Viale Giotto 120. Il sismografo locale registra una scossa di diciannove secondi. Diciannove maledetti secondi, durante i quali un intero palazzo implose su se stesso, trascinando nella sua rovinosa caduta ottanta persone. Ottanta abitanti di un palazzo costruito con materiali scadenti. Quella notte i vigili del fuoco della città scavarono tutta la notte senza risparmiarsi, con pale, picconi, spostando con le mani tonnellate di macerie, pezzo dopo pezzo, delicatamente, nella speranza di tirare fuori da quell’inferno di macerie, ferro, mobili e affetti perduti, qualcuno ancora in vita. Sessantasette persone colte nel sonno muoiono: bambini, donne e uomini. Vite tranciate di netto la cui sola colpa era quella di vivere in un castello di carte e non in un sicuro edificio. Dopo l’estate del 1943 la città tornò a vivere l’incubo dei crolli con l’odore della morte tra la polvere del cemento e dei mattoni spezzati. Il 16 di novembre si tennero i solenni funerali delle sessantasette vittime e il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, pronunciò un discorso toccante: “Sono venuto qui per portarvi la partecipazione e il cordoglio di tutta l’Italia, per dividere con voi il vostro immenso dolore, per piangere con voi, per pregare con voi. Foggia ha avuto nella sua storia, anche recente, tanti lutti. Non posso dimenticare coloro che vissero i momenti terribili della guerra, le migliaia di morti che qui caddero sotto le bombe, ma, allora, avevamo, di quel terribile momento, una spiegazione: era la guerra! Quando venerdì sono venuto e sono andato sul luogo del crollo, sono rimasto veramente esterrefatto: come è possibile che accadano queste cose?. Questo è il tormento che voi avete e che noi abbiamo con voi. Vogliamo saperlo! Tutti vogliamo saperlo. Anche venerdì, quando stavo per lasciare Foggia, ci si chiedeva: “Perché è accaduto?” Bisogna capire perché è accaduto. Non possiamo lasciare questo terribile interrogativo senza risposta, altrimenti rimane impossibile rassegnarsi. Quando, l’altro giorno all’ospedale, ero lì vicino al letto di una signora – non ricordo il cognome – che si era salvata con il marito e due figli, mi diceva: “Ma il mio Aldo – un bambino di dieci anni – chi me lo ridà. Come faccio a vivere senza di lui?” Si sente l’impotenza del calore umano di fronte a questi episodi, di fronte a questa realtà. Oggi, qui, siamo insieme, il Presidente della Camera dei Deputati, il Presidente del Consiglio ed io, non solo per attestare la nostra partecipazione, non solo per dividere con voi il vostro dolore, ma anche per assicurarvi quanto lei ci chiede di fare. Perché ne sentiamo il bisogno, noi per primi.” Carlo Azeglio Ciampi Un ricordo a: Angela Alessandrino, Lorenzo Alessandrino, Antonio Caldarulo, Maria Di Iorio, Daniela Caldarulo, Anna Milena Caldarulo, Maria Assunta Criscio, Fernando Capitaneo, Rocco Casarella, Francesca Siena, Valentina D´Angelo, Paolo D´Angelo, Maria Rosaria Sponsillo, Maria Giovanna D´Angelo, Palmina De Cosimo, Raffaele Del Grande, Michele Scopece, Assunta Grotta, Mattia Trotta, Matteo Ferri, Raffaele Delli Carri, Antonio Delli Carri, Addolorata Tirella, Aldo Altomare, Savino Urbano, Giovina Urbano, Domenico Zezza, Luigi Zezza, Maria A. Zezza, Aldo Guidone, Michele Taronna, Marianna Taronna, Addolorata Zichella, Walter Iammarino, Vincenzo Iammarino, Nina D´Amico, Michele Lombardi, Norina De Polis, Antonio D´Agnone, Lucia Ungaro, Piersilvio D´Agnone, Daniele D´Agnone, Savino Pedone, Maria Romito, Pasquale Pedone, Roberto Pedone, Margherita Cesareo, Maria Pedone, Giovanni Pedone, Leonardo Pompa, Maria Ferri, Dario Felice, Sabrina Padalino, Luciana Padalino, Pino Gramazio, Michela Curcetti, Pasquale Gramazio, Alfredo Gramazio, Matteo Ricucci, Pasquina Scarano, Marilina Ricucci, Michele Ricucci, Antonio Ricucci, Francesco Capitaneo, Valentina Capitaneo, Concetta Colecchia, Luisa Andreano. |