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6 aprile 2009.
La terra sconvolta dell'Aquila.


Alle ore 3.32 di lunedì 6 aprile, una forte scossa di 6.3 della scala Richter a circa nove chilometri di profondità, distrugge quasi del tutto L'Aquila e molti altri centri della sua provincia.
La scossa più forte colse nel sonno gli impotenti abitanti, che vennero travolti dalle loro abitazioni. 309 furono le vittime e 1600 i feriti.
Crollarono case, monumenti, l'ospedale San Salvatore, la Prefettura, chiese e la "Casa dello Studente" che divenne il simbolo di quel terremoto perché tra le sue macerie vennero estratti otto studentesse e studenti morti.
Oltre L'Aquila, molti furono i centri colpiti dal sisma: Onna e Paganica, frazioni dell'Aquila quasi completamente rase al suolo e con molte vittime e poi Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio, San Pio, Villa Sant'Angelo, Fossa, Ocre, San Demetrio Ne' Vestini e i centri dell'Altopiano delle Rocche.
In poche ore giunsero da tutti i Comandi migliaia di vigili del fuoco, esattamente 2386 unità con 168 Sezioni Operative, che trovarono una città gravemente sfigurata, spettrale e in preda al dolore dei suoi abitanti e dei suoi vigili del fuoco che, piccoli di fronte all'immenso dramma, riuscirono ugualmente a dare una primissima risposta.
All'indomani i Campi Base operativi dei vigili del fuoco furono ben quattro e immediatamente in grado di operare e di portare il soccorso alle popolazioni colpite:
  • Campo base 1. località Coppito, L'Aquila (Piemonte, Marche, Abruzzo, Umbria, Campania, Molise, Lombardia);
  • Campo base 2. Pizzoli-Arischia (Veneto, Trentino);
  • Campo base 3. Barisciano (Emilia Romagna, Lazio);
  • Campo base 4. Monticchio (Toscana, Friuli Venezia Giulia).

Fotografie di Enzo Ariu e Fabrizio Malaspina

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​Grazie per il vostro impegno, sarà un piacere di buona lettura come dai precedenti quaderni.

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