I caduti tra i vigili del fuoco di Bologna nella lotta di Liberazione
Di Mauro Orsi
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Calzolari Ezio detto Beccafico. Nacque il 25 luglio 1923 a Vergato da Angelo ed Elda Rosa, ma non si conosce la data del decesso. Di origini contadine, fu impegnato nella lotta partigiana dal 1 giugno 1944 e fino al giorno del suo decesso.
Prestò servizio militare a Pavia nei pompieri dal 5 aprile 1942 all’8 settembre 1943. Militò nella 7a brigata Modena della Div. “Armando” sull’Appennino tosco-emiliano. Ricono- sciuto partigiano dall’1 giugno 1944 alla Liberazione. Zini Dante. Nacque il 13 maggio 1911 a Zola Predosa da Giuseppe e Anna Sarti. Fu partigiano dal 21 settembre 1943 al 21 aprile 1945. Residente a Bologna prestò servizio mili- tare in artiglieria a L’Aquila dal febbraio 1935 al luglio 1936 col grado di sergente, poi entrò nei vigili del fuoco. Venne riconosciuto partigiano dal 21 settembre 1943 alla Libera- zione. Deceduto il 05/11/1966 per infarto a causa dell’eccessivo e prolungato sforzo subito nelle operazioni di soccorso condotte per lo straripamento del fiume Reno. A lui è intitolato il distaccamento di Casalecchio di Reno - dal 2012 è distaccamento di Zola Predosa. Sarti Peppino detto “Mario e Gip”. Nacque a Minerbio il 7 aprile 1921 da Giulio e Maria Rimondi. Di professione canapino fu partigiano dal 15 giugno 1944 al 21 aprile 1945. Peppino Sarti, «Mario e Gip», nato il 7 aprile 1921 a; ivi residente nel 1943. 4a elementare. Militò nel battaglione “Oriente” della 4a brigata “Venturoli Garibaldi”. Landi Natale. Nacque il 24 dicembre 1909 a Dozza da Giuseppe e Clelia Pedrini. Non si conosce la data del decesso. Militò nel battaglione “Rocco Marabini” della brigata SAP “Imola” con il grado di tenente dal 9 settembre 1943 al 14 aprile 1945. Comandante del Distaccamento dei Vigili del fuoco di Imola, si occupò del trasporto di partigiani feriti. Nel novembre 1944 trasportò da Castel San Pietro Terme a Bologna, su comando del CUMER un gruppo di dirigenti della Resistenza travestiti da feriti. Provvide anche al recapito di armi e munizioni per la 36a brigata “Bianconcini Garibaldi” e per i gruppi GAP e SAP operanti nell’imolese. Ospitò nella caserma dei Vigili del fuoco “Walter Tampieri” ricercato dalle brigate nere. Il 17 aprile 1945 provvide al recupero delle salme dei partigiani trucidati e gettati nel pozzo dell’officina Becca (Imola). Giovagnoni Callisto. Nacque il 7 novembre 1906 a Sasso Marconi da Paolo e Anna Diamanti. Non si conosce la data del decesso. Appartenente al 14° corpo dei pompieri di Bologna, nel marzo 1943 promosse, dietro direttive di Samuele Cuppini, una cellula comunista che raggruppava alcuni colleghi e un comitato d’agitazione antifascista. Dopo l’8 settembre 1943 si mise immediatamente in contatto con l’organizzazione partigiana della zona di Corticella. Svolse attività nel Distaccamento di stanza presso l’officina Tavoni, dove era assegnato, e nel Distaccamento di Casaralta e del comune di Minerbio. Il nucleo patriottico dei vigili del fuoco, con i mezzi assegnati, si occupò dei trasporti di partigiani specie negli ospedali e in altri luoghi di ricovero. Prelevò documenti delle autorità fasciste e strumentazione per la falsificazione di lasciapassare; fornì mezzi di sussistenza e medicinali; sottoscrisse somme in danaro a sostegno del movimento partigiano. Militò nella brigata “Irma Bandiera Garibaldi” e operò a Bologna. Riconosciuto partigiano dal 9 settembre 1943 alla Liberazione. |