La storia di Latina.
di Danilo Valloni
La storia dei POMPIERI di Latina è la più singolare di tutte rispetto ai Vigili del Fuoco del resto dell’Italia in quanto è letteralmente priva di epica.
A differenza del resto di tutti i Comuni della nostra penisola, dove per circa due millenni il ‘mutuo soccorso’ tra la popolazione ingenerò la nascita spontanea od organizzata dei POMPIERI, in questa città tutto questo invece ha avuto di colpo i suoi natali appena 87 anni fa. Di fatto LITTORIA, così fu chiamata dal regime la futura LATINA, fu inaugurata alla presenza del Duce in piena era Fascista, il 18 Dicembre 1932. Per questo motivo il soccorso alla popolazione, attraverso il servizio antincendio, troverà la sua piena istituzione e la sua ultima nemesi solo nel 1939, ovvero con la nascita del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, esattamente appena cinque anni prima dalla sua genesi. Del breve periodo antecendente al 1932 al momento non sono stati trovati documenti utili per individuare se e quale istituzione a livello comunale si dedicasse alla lotta contro gli incendi, questo perché prima della sua inaugurazione ovviamente la Città fu tutto un cantiere in costruzione e la zona era coperta, per gli interventi di soccorso, dal Comando di Roma e precisamente dal distaccamento di Velletri. Questa condizione mutò lentamente, dal 1932 sino al 1935, allorquando si costituì il primo nucleo di Pompieri locali di stampo Volontario gestiti dall’Ingegner Serra-Pini. Con LITTORIA in edificazione e in pieno sviluppo, furono all’inizio appena 18 i POMPIERI locali che fecero parte del primo nucleo e furono tutti assunti, dal neonato Comune, attraverso un bando pubblico. Fu così che i primi Vigili del Fuoco in servizio, seppur volontario, arrivarono paradossalmente da tutta Italia, in quanto per necessità economica, molte persone con le loro famiglie giunsero addirittura anche dal Veneto o dalla Sicilia. Soltanto tre Vigili del Fuoco prima del 1939 erano a servizio continuativo, mentre tutti gli altri avevano per lo più un primo mestiere come sostentamento economico. Per cinque lunghi anni il Comandante, l’Ingegner Serra-Pini, si dovette sobbarcare l’onere di mantenere efficiente il servizio antincendio e di soccorso alla popolazione sia sotto l’aspetto burocratico che materiale. In suo ausilio, nell’ultimo periodo prima del passaggio al Corpo Nazionale, arrivò dalla Capitale tale Franzero Raniero, un Ex Maresciallo che aveva il compito di istruire tecnicamente i POMPIERI oltre che a preparali per il passaggio successivo da civili Vigili del Fuoco Provinciali a militari Vigili del Fuoco di stampo Nazionale. Il 18 Ottobre del 1939, data storica, vide il passaggio definitivo dal vecchio organismo a quello nascente con il nuovo Comandante l’Ingegner Enzo Costanza. Da quel momento in poi i Vigili del Fuoco di LITTORIA ebbero nuovi locali per accasermarsi, nuovi automezzi, nuove divise e nuove attrezzature per il soccorso alla popolazione. Il nuovo Comandante si mise subito al lavoro e propose l’istituzione, gia nel mese di Novembre del 1939, di tre distaccamenti periferici distribuiti sul nuovo territorio provinciale: Fondi, Formia e Terracina oltre a sei nuclei di otto Vigili del Fuoco, ciascuno di stampo Volontario, per i Comuni di Gaeta, Sezze, Priverno, Cori, Cisterna e Minturno. Con queste aspettative LITTORIA da lì a poco si troverà coinvolta in prima linea nella seconda guerra mondiale. Più volte i POMPIERI Pontini furono chiamati a difendere il proprio territorio dagli attacchi aerei dei futuri alleati, oltre ad andare di rinforzo sia a Roma per il bombardamento del 19 Luglio 1943 che colpì Ciampino, che a Napoli a causa delle continue incursioni aeree. Anche quì il prezzo del dovere colpì il Corpo VVF di LITTORIA, come purtroppo nella maggior parte dei Corpi dei Vigili del Fuoco di tutta l’italia, dove purtroppo trovò la morte in Castelforte il Permanente Ansperti Giacomo e il Volontario Enotrio Vincenzo rimasti sotto le bombe degi futuri alleati. Terminato il conflitto, dei Vigili del Fuoco di LITTORIA non rimase praticamente più nulla e anche il nome della Città, di stampo prettamente Fascista, alla fine fu sostituito con quello nuovo di LATINA. I POMPIERI, fuggiti per tempo dai bombardamenti alleati, si decentrarono in più punti lontano dal centro abitato per poi disperdersi sulle montagne e partecipare successivamente, con qualche Vigile del Fuoco, anche alla resistenza armata che alla fine, dopo molti mesi, prese parte alla cacciata dei Fascisti e dei Tedeschi dal territorio Pontino, grazie anche alla comparsa degli Alleati Franco-Americani. Con l’arrivo della pace, gli anni a seguire videro piano piano ricostruire materialmente parte della città distrutta dalle bombe insieme al tessuto sociale, a quello agricolo e infine anche a quello industriale. Anche i Vigili del Fuoco parteciparono a questa fase e non si sottrassero mai ai loro compiti, si ricostruirono praticamente il parco macchine grazie alle proprie maestranze, risistemarono i locali, e lentamente si avviarono all’arrivo degli anni cinquanta. Proprio al termine di quel decennio i POMPIERI traslocarono nella nuova Caserma, nella futura Via Carturan, strada che fu successivamente dedicata al Vigile del Fuoco Ausiliario intervenuto nel 1968 nelle zone terremotate del Belice, nella località di Gibellina in Provincia di Trapani, e che morì alla giovane età di 20 anni a causa di un crollo dovuto ad una nuova forte scossa. A distanza di circa sessanta anni, i Vigili del Fuoco di LATINA si trovano ancora nella vecchia sede di Via Carturan, benchè nei decenni a venire dalla sua inaugurazione abbia subito nel tempo nuovi ammodernamenti. Ad oggi si sono susseguiti dal primo, l’Ingegner Serra-Pini, ben 22 nuovi Comandanti, mentre al momento attuale i Vigili del Fuoco Pontini possono contare sui distaccamenti territoriali permanenti di Aprilia, di Castelforte, di Gaeta compreso quello Portuale, di Terracina e quello stagionale estivo di Fondi oltre a quelli A.I.B. presenti nelle isole di Ponza e Ventotene e quelli sempre A.I.B. estivi di Sabaudia e di Sonnino. |