Il ricordo dedicato ad un amico scomparso: Piero Vacca.
Un ricordo di Enzo Ariu e Michele Sforza
Il bel viso sorridente di Piero in una foto del 1971
Piero, a sinistra, con il suo grande amico Piero Pistoletto insieme ad un "giovane" pompiere pensionato in una foto del 1975.
Piero durante un allenamento.
|
Quarant'anni fa, il 12 maggio 1980, a soli quarantadue anni, moriva Piero Vacca, precipitando durante un'esercitazione in parete, dalle pendici del Monte Freidour, noto agli appassionati come “Rocca Sbarua”.
Piero, classe 1938, entrò a far parte della grande famiglia dei vigili del fuoco di Torino il 22 ottobre 1959 come Vigile Ausiliario del 25° Corso. Congedatosi, venne assunto come Vigile Temporaneo, per diventare finalmente Vigile Permanente nel 1963. Da quel giorno Piero per la sua grande passione per il lavoro che svolgeva e per il suo animo irrequieto e sempre pronto a mettere a frutto la sua grande e insaziabile curiosità, ricevette numerosi elogi ed encomi, tra questi va menzionato quello del 22 luglio del 1966, a firma dell'Ing. Giacomo Elifani che recitava: “Esprimo vivo elogio al Vig. Perm. Piero Vacca che, trovandosi per una escursione sulla cima della Punta Basei al Monte Nivolét, a quota 3338, sotto l'imperversare di una tremenda bufera di neve, portava la sua encomiabile opera di soccorso al prof. Nino Demaria, vice presidente del CAI di Chivasso il quale colpito da malore, era rimasto esanime sul ghiacciaio”. Tale elogio denota tutto il suo grande amore per la montagne, ma anche una particolare propensione al soccorso in tale complicato ambiente. Fu infatti tra coloro i quali per primi, nel Corpo Nazionale, si prodigarono alla creazione presso il Comando di Torino di un nucleo di soccorritori esperti per gli incidenti in montagna. A tale proposito, non appaia esagerato affermare che Piero Vacca sia stato il precursore degli attuali SAF, gli uomini del Corpo Nazionale specializzati nel soccorso in ambienti ostili, anche secondo il parere di tanti che lo conobbero e che condivisero con lui numerosi interventi in ambiente montano. Di Piero era anche nota la sua passione per la fotografia. Nel 1971 diventa responsabile del laboratorio fotografico del Comando, dove produrrà del notevole materiale fotografico di interventi rilevanti e/o a supporto delle attività istituzionali, materiale oggi di notevole importanza archivistica. “La vita ha senso solo se la si getta oltre la barricata per salvare quella degli altri” così amava esprimersi Vacca. Piero morì per quella sua grande passione e per questo motivo nel 1982 gli è stato dedicato un bivacco nel Vallone di Bard sul Monte Giusalet. I suoi amici e colleghi vogliono ricordare la figura di Piero con un'escursione al bivacco che porta il suo nome e il posizionamento di una targa ricordo del grave incidente. La manifestazione si è svolta il 6 agosto 2020. |