Testimonianza di Ilier Moschini.
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IL RACCONTO DI UN PICCOLO MIRACOLO
Il 5 gennaio del 1981 alle ore 11.00, ho ricevuto una richiesta per il salvataggio di un cane sepolto tra le macerie di una casa di civile abitazione in via Seminario ad Avellino. Quel giorno con la mia squadra stavamo operando nella stessa via per il puntellamento di una casa del 1600, molto danneggiata dalle scosse del terremoto del 23 novembre 1980. Era una giornata piovosa e la signorina Anna Fiore arrivò trafelata chiedendomi con grande apprensione di salvare il suo cani Reno, sepolto dalle macerie della sua casa completamente distrutta dalle violente scosse del terremoto. Mi recai immediatamente sul posto con tre vigili della mia squadra, e constatato che il cane era ad una profondità di circa sette metri, che rispondeva disperato ai richiami della sua padrona. Con l'aiuto dei vigili e utilizzando un pezzo della nostra scala "all'Italiana", penetrai in un anfratto della casa, proseguendo con l'aiuto del mio picozzino per farmi largo tra le macerie. Con grandi difficoltà riuscii a scendere ulteriormente in profondità dove finalmente trovai il cane di media grandezza ancora legato con una catena fissata al trave in legno della scala. Il piccolo spazio dove si trovava il cane aveva il tavolato in legno e con mia grande sorpresa non trovai né escrementi e né avanzi di cibo, con la ciotola addirittura rovesciata. Mi avvicinai con attenzione visto che erano ormai trascorsi ben quarantaquattro giorni, ma il cane non mi dimostrò né timore e né aggressività, anzi ricevetti sul mio corpo i festeggiamenti molto vivaci dell'animale, che anzi sembrava volesse dimostrarmi profonda gratitudine. Era uno Spinone molto dimagrito ma molto vivace e per portarlo in superficie ho dovuto prenderlo in braccio, Con mille difficoltà sono risalito mentre Reno continuava a leccarmi le labbra che sanguinavano a causa di una sua forte testata. Quando sono emerso dal buco e dalle macerie, ho trovato la piazza gremita di persone, quelle stesse persone che avevano perso molti loro cari durante il terremoto. In quei giorni si parlava ancora molto di decine di persone che ancora si trovavano sotto le macerie e il ritrovamento del cane in vita fece riaccendere in molti la speranza che qualche loro caro potesse ancora trovarsi in vita sotto le case crollate. Appena posai Reno a terra, in un baleno corse alla ricerca di una pozzanghera dove abbeverarsi. Finito l'intervento rientrammo, sfiniti ma felici per il salvataggio, al nostro campo base "Piemonte". La notizia del ritrovamento in vita di Reno, fece molto scalpore, tant'è che molti media si interessarono del case, in particolare Mike Bongiorno, che fecero ampi servizi sul caso. Dopo alcuni mesi, tramite il Comando di Torino, venni invitato dalla Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Torino e di Napoli per ricevere un premio. Il 4 ottobre dello stesso anno, venni invitato al Rifugio di San Francesco a Napoli, un centro di accoglienza per i cani abbandonati, con annesso cimitero, per ritirare il premio con grande solennità. Siccome oltre all'invito per me, mi inviarono un secondo invito che diedi ad uno dei colleghi della squadra, rigorosamente estratto a sorte. Venne fuori il nome di Carlo Andrione. L'accoglienza che ci riservarono fu quasi la stessa che si riserva a degli eroi. Questo ci imbarazzò non poco perché non ci sentivamo affatto degli eroi, ma solamente vigili del fuoco che avevano fatto il loro dovere. |